Annalisa Ricci – VPM2014 student
VPM2014 un’esperienza inaspettata.
Sono partita da casa con un bagaglio da stiva da 15 kg, con la sola consapevolezza che alla fine dei lavori si sarebbe realizzata una struttura in grado di ospitare il Festival di Villa Pennisi in Musica e che per farlo sarebbero serviti pantaloni e magliette da lavoro… tanti! Perché si sarebbe faticato abbastanza.
Non avevo la minima idea che in questi otto giorni sarei stata a contatto con persone di altissimo livello professionale e potessi ricevere da loro dal più banale consiglio su come si impugna un avvitatore o si “serrano” due bulloni, fino ad arrivare a come si gestisce l’orientamento di pannelli fonoriflettenti mediante la progettazione parametrica; con la massima disponibilità e pazienza.
Non avevo la minima idea che l’acustica, se la si considera come filo conduttore tra l’architettura e la musica, è una genialata pazzesca! Riuscire a comprenderne le basi e le regole che la governano può dare al progetto architettonico un plusvalore assoluto.
Non avevo la minima idea che partendo da semplici listelli di legno (2×5 cm di sezione) si potesse realizzare una struttura autoportante, calibrata sapientemente nei pesi e nel materiale, e che fosse possibile vedere applicati sul campo, studi e studi di “Scienza delle Costruzioni” in maniera così semplice e immediata.
Non avevo la minima idea di quanta soddisfazione ci sia dietro all’issaggio di un arcone o di un pannello, dietro ad un nodo riuscito dopo vari tentativi, dietro un taglio perfetto con la sega circolare o il seghetto alternativo o dopo aver soltanto aiutato qualcuno a sostenere un pezzo di legno. Nemmeno di come si possano destreggiare con tranquillità trapani e avvitatori in quota tra un traliccio e l’altro, quasi ciondolando, per verificare il corretto fissaggio di “cime” e “bulloni”.
Non avevo la minima idea che dopo la pausa pranzo, quando il sole scotta e l’abbiocco fa capolino, si possa aver l’entusiasmo di ascoltare, quasi come imprese eroiche, i progressi della tecnologia e dell’informatica raccolti nella frase “Do It Yourself”. Oppure aver voglia di sbizzarrirsi con la fantasia per realizzare stravaganti ma efficaci amplificatori acustici con mattoncini di Lego.
Non avevo la minima idea che in uno scenario spettacolare come il giardino di Villa Pennisi, ricco di piante secolari e nel quale la pace regna indisturbata, potessero per otto giorni coesistere profumi di fiori, di legno stagionato dei violini e di legno da costruzione, rumori da cantiere e melodie degne da conservatorio, risate, urla di chi cerca una chiave inglese o un avvitatore e chi chiama “Bernardo” nella speranza che potesse aiutare a sollevare chili e chili di materiale. Ah, e sempre con i rimbombi dell’Etna in sottofondo; ricordandoci la sua potente presenza scandendo il tempo, come i rintocchi di un orologio.
Non avevo la minima idea che in 8 giorni si potesse realizzare un impresa! Che frasi come “jamme siamo in ritardo” e “ricordate che l’8 sera abbiamo un concerto!” abbiano un’efficacia esagerata portando l’adrenalina alle stelle. E arrivare al “Gran galà” di apertura del festival senza nemmeno sentire l’indolenzitura a gambe e braccia dalla tanta soddisfazione: perchè la shell, alla fine, il suo lavoro lo fà! E anche troppo bene!
Non avevo la minima idea di poter vivere un’esperienza così intensa, altamente formativa, artigianale, innovativa, forte, musicale, napoletana, folle, sana e soprattutto divertente. Il calore e l’animo di questo TEAM fanno davvero la differenza.
Sono tornata a casa con un bagaglio ricco di esperienze, serenità e motivazione. Non avevo la minima idea di potervi ringraziare così tanto per tutto quanto.
VPM 2014, un’esperienza di qualità.
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