Bello!
“Che bello!”, hanno detto tutti quelli che hanno assistito, seduti, all’impiedi, accovacciati, ai concerti che hanno concluso i dieci giorni di W-sound. Serafino ha distribuito alcuni questionari per verificare se, quanto, perché era bello il suono che la piccola conchiglia sonora era riuscita ad amplificare… sarebbe stato bello chiedere a tutti, ma proprio tutti, che cosa c’era di bello in quello che avevano visto, toccato, ascoltato in quelle magiche serate. Non lo sappiamo per certo… ma possiamo fare delle ipotesi. Era bella l’atmosfera, che sembrava avere assorbito il lavoro paziente e appassionato di tanti, docenti, allievi, di architettura e di musica … ma anche di giardinieri, di padroni di casa, di collaboratori domestici, di baristi e di ristoratori che in quelle belle giornate avevano vissuto pezzi di un piccolo-grande evento che aveva cambiato per qualche giorno il loro ritmo di vita e di lavoro. Era bella la musica: quella perfetta suonata dal maestro Campanella, ma anche – e a tratti di più – quella vibrante di emozione e di insicurezza che veniva fuori dalle corde e dai fiati mossi da giovani allievi strumentisti. Era bello il giardino, storico sì ma capace di ospitare un evento contemporaneo e temporaneo, denso di novità e di gioventù: la luce – quella fissa, potente, che espone la forma stabile del giardino e quella discreta, disseminata, “momentanea” installata da Filippo e da Bianca – sembrava commentare queste due contemporanee dimensioni temporali della bellezza del giardino di Villa Pennisi. Era bella la ReS architettonica: riparo per i musicisti, amplificatore del suono, macchina della luce. Fatta di legno e di corde, grezza, povera, bianca, ReS racconta tutto di sé: tutti possono capire come si regge, di quanti elementi è fatta, come è montata, come è illuminata. Tutti possono coglierne la semplicità e magari capire che per raggiungerla c’è voluta molta sapienza tecnica. Tutti possono prendere qualche pezzo di quella sapienza e usarla, se vogliono, anche nel giardino di casa loro. ReS è bella anche perché è generosa e democratica, disponibile a cedere parti di sé in termini di conoscenza: proprio come tutti quelli che hanno inventato e prodotto W-Sound.
Roberta Amirante
foto di Daniele Lancia
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